mercoledì 12 marzo 2014

L’Europa sceglie lo scontro con la Russia




12 marzo 2014


A seguito del vertice straordinario sulla crisi in Ucraina di giovedì 6 Marzo, l’Unione Europea ha annunciato le prime sanzioni politiche contro la Russia. “I leader europei hanno deciso di sospendere i negoziati sui visti con Mosca e hanno minacciato di adottare ulteriori sanzioni, soprattutto economiche, se la situazione in Ucraina dovesse continuare a deteriorarsi”.
Per “uscire dalla crisi” i pupazzi di Washington “hanno concordato un approccio graduale di sanzioni, in tre fasi, per costringere la Russia a “negoziare”.
Gli stessi tristi personaggi hanno “considerato ‘illegale’ la decisione del Parlamento della Repubblica Autonoma di Crimea” che ha chiesto l’unione con la Russia e ha indetto un referendum per domenica 16 Marzo su questo tema.
Il “presidente” (non ridete) dell’Unione Europea, “Herman van Rompuy ha anche annunciato che Bruxelles avrebbe firmato l’accordo di associazione con Kiev prima delle elezioni del 25 maggio in Ucraina. Ciò include principi generali di cooperazione, la cooperazione politica e la politica estera e di sicurezza, ha detto il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso”.


LA SCELTA DEL CONFRONTO
Come ho già detto in un dispaccio precedente, l’UE ha deciso di seguire in tutto una strategia di scontro con la Russia. Pertanto risulta evidente anche per i ciechi che l’agenda europea è stabilita dalla NATO e non dalle istituzioni europee.


I DOPPI STANDARD DELL’OCCIDENTE NEL DIRITTO INTERNAZIONALE
Tutti in coro, gli occidentali negano il diritto all’autodeterminazione per la Crimea.
“Laurent Fabius, ha detto che “per il diritto internazionale non si può tenere un referendum per modificare i confini. Immaginate un dipartimento della Francia che richiede l’indipendenza! E questo si generalizza ad altri Stati… Comunque, tutto dipende dalla domanda che verrà posta. Se si sta andando verso una maggiore decentralizzazione, va bene, ma se invece è un modo per cambiare i confini, è un problema”.
Washington ha anche messo in guardia contro la violazione del diritto internazionale che deriva dall’organizzazione della consultazione. “La proposta di referendum sul futuro della Crimea violerebbe la Costituzione dell’Ucraina e del diritto internazionale. Qualsiasi discussione sul futuro dell’Ucraina deve includere il governo legittimo del paese », ha detto Barack Obama durante un breve discorso alla Casa Bianca.
Bisogna restare seri per non ridere di queste sciocchezze, per questa ipocrisia e per queste menzogne ripetute.
Basta ricordare il caso del Kosovo.
Ci fu una consultazione con Belgrado? I cambiamenti imposti con la forza dalla NATO, con il bombardamento di una capitale europea, delle sue infrastrutture e dei molti danni collaterali civili sono la definizione di “diritto internazionale” che gli occidentali ci vengono ad illustrare?
Per quanto riguarda l’osservazione di Fabius che dichiara che “tutto dipende dalla domanda che verrà posta”, questa è il simbolo della negazione della democrazia di questa UE di cui nessuno può negare la deriva anti-democratica. Il diritto all’autodeterminazione è sancito nella Carta delle Nazioni Unite. E se fino ad oggi non ci sono state vittime in Crimea è grazie alla presa in mano del proprio destino da parte della popolazione locale attraverso la Democrazia Diretta.
Washington, e la sua colonia della UE, hanno preferito come espressione democratica le milizie fasciste del Maidan e i cecchini al servizio del colpo di stato dell’opposizione che ha installato una giunta banderista a Kiev.
Lungi dal cercare una soluzione l’Occidente ha deciso, come sempre, di andare fino in fondo. Ma non poteva andare diversamente dato che quelli erano gli stessi che istigavano alla trasformazione della contestazione del Maidan, inizialmente pacifica, in uno scontro violento avente come truppe d’assalto le milizie del partito fascista Svoboda e quelle naziste del “Pravi Sektor”, uscito fuori dal cilindro in poche settimane fornito di mezzi materiali di grandi dimensioni.
La Russia non ha quindi altra scelta se non andare fino in fondo accettando – anche se questa non era la sua prima opzione nel conflitto, anzi è tutt’altro – quella che sarà la decisione della Crimea e di considerare una risposta alla repressione della giunta banderista di Kiev che ha nominato degli oligarchi governatori delle province orientali ribelli. (In questo momento nessun giornalista parla negativamente degli oligarchi. E’ come per gli islamisti e i fascisti, ci sono quelli buoni e quelli cattivi a seconda della propaganda occidentale) .
Quindi, ripeto, la NATO è determinata ad assorbire l’Ucraina. La cortina fumogena è stata in un primo momento la UE. La sopravvivenza della Russia in quanto Stato indipendente e dell’Eurasia in quanto Spazio continentale libero sono la posta in gioco di questa battaglia d’Ucraina che l’Occidente ha deciso di scatenare.
Per questo motivo, come per quello di aiutare i nostri compatrioti ucraini sotto la dominazione e la violenza delle milizie fasciste, noi ci dobbiamo posizionare a favore della Russia.
Il patriottismo europeo ce lo impone!


Fabrice BEAUR
Segretario Generale del PCN (Partito Comunitario Nazional-Europeo)

Traduzione a cura di Michele Franceschelli

Articolo originariamente pubblicato sul giornale on-line 'Stato e Potenza'