giovedì 6 novembre 2014

Mosca: Putin e il blocco patriottico mettono ko l’estrema destra neofascista




6 novembre 2014
                            Foto: massiccia manifestazione pro Putin a Mosca questo 4 Novembre


“A Mosca, i pro-Putin hanno fatto passare in secondo piano la sfilata degli ultra-nazionalisti”, ha detto quella AFP che quando si tratta di parlare dei neo-fascisti e dei neonazisti russi ha sempre un certo pudore con le parole. “Questo evento ha avuto il vantaggio collaterale di mettere a tacere le manifestazioni nazionaliste dissidenti, organizzate nello stesso giorno”, dice Le Figaro …
La tradizionale sfilata degli ultranazionalisti anti-Putin a Mosca è stata in realtà completamente oscurata quest’anno dal successo di una manifestazione patriottica organizzata dai partiti di maggioranza e dell’‘opposizione patriottica’ (KPRF in testa) a sostegno del presidente russo e della sua politica in Ucraina.
Brandendo slogan come “Noi siamo uniti!” o “Confidiamo in Putin”, quasi 100.000 persone hanno attraversato, secondo la polizia, l’arteria principale della capitale russa, esibendo bandiere russe e nastri di San Giorgio, “simbolo delle adunate dei separatisti filo-russi nell’Est dell’Ucraina”, dice AFP, che dimentica di ricordare che è soprattutto il simbolo antifascista della vittoria della Grande Guerra Patriottica del 1941-1945. Un fascismo che occupa le strade di Kiev e Lviv, ma qualche volta anche quelle di Mosca.
Organizzata in occasione della festa dell’Unità nazionale, giorno festivo in Russia per commemorare la cacciata delle forze di occupazione polacche dal Cremlino nel 1612, il 4 novembre di ogni anno vede marce e manifestazioni nelle principali città del paese. “Oggi è la festa del mio eroe, del salvatore del mio popolo, è la festa di Putin, che ha riunito i popoli russi” afferma con entusiasmo Maroussia Nikolaevna, una “novorussa” di 59 anni, proveniente dal bastione di Donestk con degli amici della penisola della Crimea, una penisola che ha fatto ritorno alla Russia nel mese di marzo. “Sono qui perché condivido le politiche di Putin. E io non sono il solo, non ho mai visto così tante persone!”, aggiunge Vladimir, 70 anni.
Sul palco, i rappresentanti delle principali forze politiche russe, tra cui il partito di governo Russia Unita, i comunisti del KPRF o ancora gli ultra-nazionalisti del LDPR, hanno mostrato il loro sostegno per l’uomo forte del Cremlino e per la lotta dei ribelli filo-russi contro le truppe della giunta di Kiev nell’ex “Ucraina orientale”, ridivenuta “Novorossia” dopo più di sei mesi. Il supporto è sicuro, chiaro, netto, una sfida agli occidentali: “Siamo uniti con i nostri fratelli in Novorossia”, ha gridato dal palco Sergei Mironov, leader del partito pro-Cremlino Russia Giusta.
In strada, una folla impressionante, dove si riconoscevano anche le bandiere rosse con la croce bianca di San Giorgio dei nostri compagni del NASHI, il movimento della gioventù russa anti-fascista…



I NEOFASCISTI MESSI KO IN STRADA: “UN SOLO POPOLO RUSSO”…
Per la sua grandezza, questo evento di patrioti ha eclissato la tradizionale sfilata annuale degli ultra-nazionalisti, in gran parte neo-fascisti o neo-nazisti, per lo più contrari a Vladimir Putin, che ha fatto fatica a radunarsi quest’anno. La “Marcia Russa”, “che riunisce ogni 4 novembre non meno di cinquanta fazioni ultra-nazionaliste e di estrema destra”, ha detto timidamente l’AFP, ha attirato solo 2.000 persone secondo la polizia, ben lontano dalle 10.000/20.000 persone attese dagli organizzatori.
Xenofobi e razzisti (l’icona dei media della NATO, il truffatore Navalny, è uno dei leader di questi xenofobi), di solito uniti nel loro rifiuto della presenza in Russia di immigrati provenienti dalle ex repubbliche sovietiche, queste fazioni sono state quest’anno divise dalla questione ucraina.



“LA COLONNA D’OPPOSIZIONE” (SECONDO RT)
Il tradimento e la confusione si mescolano nei meandri della politica russa!
«Perché scontrarsi con l’Ucraina per la Crimea? Ci costa denaro e non serve a niente”, insiste con l’AFP Alexandre Diomine, un cosacco di Rostov. Il leader del movimento ultra-nazionalista ‘Russkiye’ (I Russi), Dmitri Demiouchkine, ha detto da parte sua di essere “contro la guerra civile in Ucraina” (sic), considerando che “non vi è che un solo popolo russo, nonostante ciò che lo “Stato cerca di farci credere.”
Ascoltiamo di nuovo Le Figaro: “Anche se ridotto al minimo, il corteo è stato suddiviso in diverse fazioni: i russi filo-ucraini che difendono il Maidan”, i “Soldati dello Stendardo” un movimento ultra-ortodosso, antisemita, che critica l’egemonia sionista”… Come Vladimir Putin, la maggior parte considera l’Ucraina come un “popolo fratello “, ma denunciano la “guerra del Cremlino” ingaggiata in Crimea o nel Donbass. Nell’inverno del 2011, quasi tutti avevano partecipato a importanti proteste anti-Putin”…
“La colonna d’opposizione”, dice molto giustamente la televisione RT (ex Russia Today), con riferimento alla quinta colonna fascista della guerra civile spagnola. Si noti che gli stessi piccoli gruppi hanno organizzato a… Kiev questo 4 novembre una “marcia slava”. Con l’aiuto e l’approvazione della giunta di Kiev e che ha radunato qualche dozzina di traditori …



SCONFITTA ANCHE PER QUEI GRUPPUSCOLI CHE VOLEVANO SORPASSARE PUTIN SULLA QUESTIONE DEL PATRIOTTISMO E DELLA NOVOROSSIA 
Ma il fallimento nelle adunate è stato anche per le fazioni monarchiche (di cui le bandiere nero-giallo-bianco dominavano la manifestazione) e dei nazionalisti che sostengono la Novorossia al di fuori delle organizzazioni pro-Putin. Un’altra manifestazione del nazionalismo, questa volta a sostegno della popolazione di lingua russa dell’Ucraina, ha attirato ancora meno persone della “Marcia Russa”. Il carismatico ex leader separatista Igor Strelkov, che aveva appoggiato questa manifestazione, non vi ha alla fine preso parte. Strelkov è un ufficiale di alto valore, un eroe russo senza il quale la Novorossia non avrebbe tenuto nelle prime battaglie, che afferma di sostenere Putin, ma che ha delle brutte frequentazioni, in particolare dei bloggers anti-Putin vicino alla spia occidentale Limonov. Le cui magre truppe hanno aderito al corteo monarchico.
Limonov, né nazionale (sic) né bolscevico (resic) è stata una delle figure di primo piano del fronte anti-Putin “L’altra Russia”, con i liberali Kasparov e Kassianov e i trotzkisti di Udaltov. Un gruppo sponsorizzato dagli Stati Uniti e che intende organizzare una rivoluzione colorata in Russia. Improvvisamente a marzo, durante il caso della Crimea, i traditori Limonovisti si sono scoperti patriottici e hanno cominciato a sostenere la ribellione del Donbass. Apparendo sotto il nome di “Primavera russa” (slogan occidentale) o di “l’Altra Russia” essi cercano, senza successo, di destabilizzare Putin sulla questione del patriottismo. L’Ufficio del Procuratore Generale russo ha anche aperto due settimane fa un’inchiesta, seguita da alcune perquisizioni, per appropriazione indebita di denaro da parte dei Limonovisti nella “raccolta fondi per il Donbass”, da loro organizzato (compreso in Francia, dove hanno degli agganci).
Si noti che le elezioni presidenziali e parlamentari del 2 novembre, nelle Repubbliche Popolari di Donetsk (DNR) e Lugansk (LNR) hanno visto, in un movimento simile, i candidati vicini alla linea patriottica del Cremlino, come i nuovi presidenti Aleksandr Zakharchenko o Igor Plotnitski, imporsi con una maggioranza schiacciante come leader indiscussi delle repubbliche della Novorossia. E i gruppuscoli affondare. Le elezioni hanno in particolare chiarito la situazione politica nella DNR e hanno eliminato dal gioco politico diversi gruppi e capi di milizie, mediaticamente rumorose ma che non sono state nemmeno in grado di presentarsi alle elezioni entro i requisiti di legge stabiliti dal CEC della DNR.



PATRIOTTISMO PANRUSSO VERSUS ULTRA-NAZIONALISMO
Da sempre, due visioni si sono opposte in Russia:
– il patriottismo panrusso, legato ad una visione statale del mondo russo, imperiale, aperta a tutte le composizioni dell’Impero russo e oggi della Federazione russa, tra cui i caucasici e musulmani integrati. Questo punto di vista è stato anche quello del “patriottismo sovietico” imposto da Stalin sullo sfondo del “nazional-bolscevismo russo” (che fu agli inizi del XX secolo, quasi due decenni prima del nazional-bolscevismo tedesco di Niekisch, la tendenza di ultra-sinistra del partito bolscevico di Lenin).
– l’ultra-nazionalismo russo, fondato su una visione etnica, riduttrice, di una nazione russa epurata dei suoi elementi non slavi e non ortodossi, tra cui i caucasici (chiamati i “culi neri”), visione riduttrice che priverebbe la Russia della sua stessa potenza.
– su questo ultra-nazionalismo si sono aggregati dei gruppuscoli neofascisti e antisemiti, tra cui dei neonazisti legati alla sfera euro-americana. Costoro dimenticano, nella loro idiozia ideologica, che Hitler faceva degli slavi, soprattutto polacchi e russi, dei popoli da sterminare o schiavizzare …
Degli analisti e critici del Cremlino accusano Vladimir Putin di promuovere fin dall’inizio della crisi in Ucraina, dei sentimenti nazionalisti per giustificare i peggiori scontri che la Russia sta affrontando con gli occidentali dopo la fine della Guerra Fredda. “Il governo sta riuscendo molto bene ormai solo nel mobilitare l’elettorato nazionalista”, ha detto Fyodor Krasheninnikov, presidente dell’Istituto di Studi per lo Sviluppo e la modernizzazione (pro occidentale).
Per distorcere la visione di Putin, che di fatto è un grande sostenitore del patriottismo panrusso di tipo imperiale, i media della NATO e gli studiosi occidentali non esitano a truccare le citazioni. Un esempio: il giornalista Pierre Avril del Figaro, pretende di descrivere l’‘OPA di Putin sui nazionalisti’ (4 novembre 2014): “‘Il più grande nazionalista in Russia, sono io’, ha detto Putin, alla fine del mese di ottobre al Club Valdai. Dopo che i liberali sono stati ridotti al silenzio, è il turno del nazionalismo dissidente di finire nella marginalità”.
Il problema è che la citazione è stata troncata. L’intera citazione era: “Io sono il più grande nazionalista … ma solo se questo non significa estremismo e razzismo”, ha detto Putin …

Traduzione di Michele Franceschelli
Articolo originariamente pubblicato sul giornale on-line 'Stato e Potenza'